Storie erotiche ortolane: la rivolta delle verdure gay che prendevano a borsettate la gente – I racconti erotici del Sig. Rudolf.
Novelle erotiche surreali schifose e irriverenti. Storie d’ordinaria depravazione, follia e decadenza.
Leggi tutte le stupide novelle erotiche del Sig. Rudolf
- Fertilizzanti miracolosi 1a Puntata
- Ortaggi oblunghi i racconti del Sig Rudolf 2a Puntata
- Il cacodemone che mi perseguita 3a puntata
- Letto a baldacchino con sorpresa 4a puntata
- La discarica di Asgabat 5a puntata
- Buchi neri pelosi: storia d’amore gay 6a Puntata
- Puttana bollente col botto 7a puntata
- Lotta epica tra cazzi enormi 8a puntata
- Putridume iridescente con sgommata scintillante 9a puntata
- Cazzi di negri in barattoli di marmellata verde 10a puntata
- La rivolta delle verdure gay che prendevano a borsettate la gente 11a puntata
Da qualche parte in Trentino, 18 marzo 1915
Mi trovo in trincea, da qualche parte sulle Dolomiti, a 3000 metri di altezza. Sto proprio dentro un fosso e cerco in qualche modo di ripararmi dai feroci colpi del nemico. È notte, non devo dormire, sono di guardia. Vorrei illuminarmi di immenso come fa il mio commilitone Ungaretti, ma io sono un tipo strano. Lui scrive versi meravigliosi, io storie erotiche surreali e schifose. Lui prenderà dei premi un giorno, io dei calci nel culo, come al solito.
Forse dovrei essere meno sessista e smetterla di parlare solo di escort di lusso e delle mie incursioni su internet alla ricerca di annunci di accompagnatrici di classe.
Va bene, allora mi inventerò qualcosa sui culatoni che sono tanto raffinati e intelligenti. Magari qualche politico frocio del Pd mi prende in simpatia regalandomi un posto al Parlamento o come usciere. Potrei diventare “l’uomo che esce la gente” oppure, se ho davvero fortuna, scrivere favole gay per i bambini dell’asilo in vista delle nuove direttive ministeriali arcobaleno.
Potrei persino chiedere ispirazione a quel pervertito dell’altro mio commilitone che, invece di usare il fucile per sparare, se lo ficca su per il culo facendosi foto e filmati che poi posta sui social. Dice che è vera arte e accusa noi altri che lo canzoniamo di essere tutti ignoranti e fascisti.
È molto seguito dagli intellettuali. Mi pare che si chiami Pasolini. Si corica sempre ponendosi in improbabili posizioni, soprattutto a 90 gradi. Secondo me non dorme davvero.
Adesso quasi quasi gli faccio uno scherzo e lo consolo con questa lampada ardente così si rallegra anche lui di infinito, come il mio caro amico Giuseppe.
Però prima scrivo la mia favola per cachinè, che confluirà nella mia nuova raccolta – sempre scritta su fogli di carta igienica talvolta usata – intitolata “Storie erotiche ortolane”.
Storie erotiche ortolane: Veggielandia, la città dove le verdure parlano.
C’era una volta una tranquilla cittadina chiamata Veggielandia, popolata da una varietà di verdure che vivevano in armonia nella loro quotidianità, ma in un caldo pomeriggio estivo, tutto cambiò.
Nel cuore di Veggielandia si trovava la famosa Coop, il supermercato preferito dai residenti. Un gruppo di verdure moraliste e retrograde, composte principalmente da pomodori, carote e insalate, si era convinto di essere superiore agli altri ortaggi solo perché avevano una forma regolare e “accettabile” secondo i loro standard.
Tuttavia, in città vivevano anche verdure appuntite e falliformi come zucchine e cetrioli, che erano molto amate dalla comunità gay. Ogni volta che le persone si recavano alla Coop a fare la spesa, le verdure moraliste si indignavano e urlavano contro i consumatori deridendoli e insultandoli per le loro preferenze.
Storie erotiche ortolane: verdure omosessuali insorgono con violenza estrema
La situazione peggiorò quando alcuni membri omosessuali, scherzosamente chiamati “culattoni”, iniziarono a pretendere ortaggi appuntite e di dimensioni superiori a 30 centimetri, affermando che erano più soddisfacenti per i loro gusti e desideri personali. Quando le loro richieste non venivano soddisfatte, le verdure omosessuali minacciavano i lavoratori del supermercato di ritorsioni anche fisiche, arrivando addirittura a coinvolgere l’Arcigay e gli avvocati più famosi.
La tensione raggiunse l’apice quando gli ortaggi culattoni decisero di organizzare uno sciopero davanti alla Coop, chiedendo misure di verdure adeguate ai loro “orifizi trascurati”, come erano soliti definirli.
Ci fu veramente un gran trambusto per mesi. Le verdure ricchione continuavano prendere a borsettate chiunque si avvicinasse al grande magazzino. Il direttore del supermercato, il Dott. Thunberg, cercando di risolvere la situazione pacificamente, si sedette con i manifestanti piglianculo al fine di trovare un compromesso.
Ma proprio in quel momento successe la tragedia. Le verdure integraliste si ribellarono. Senza alcun apparente motivo, i pomodori, le carote e le insalate si lanciarono in una pentola a pressione che si trovava nelle vicinanze, trasformandosi in un vortice di colori e sapori. Nasceva così una deliziosa Ratatouille!
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I culandra infelici che avevano assistito allo spettacolo urlarono tutta la loro disperazione, facendo capire al dirigente della Coop che non volevano solo cose “molli” per i loro buchi anali, perché “avevano ancora denti”. Erano alla ricerca di esperienze sensoriali e gustative più intense.
Colto dalla comprensione e dalla compassione, il Dott.Thunberg decise di accogliere le richieste dei vari attivisti lgbtqia++*xy an/∞ ® (non osate rubarmi l’acronimo senza menzionarmi!) collaborando con i produttori locali per introdurre una vasta selezione di verdure appuntite e dimensioni maggiori.
Da quel momento, la Coop divenne un luogo di inclusione e diversità, dove ogni persona poteva trovare ciò che desiderava senza pregiudizi.
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E così, Veggielandia ritornò alla sua serenità, con una comunità che abbracciava la diversità e gustava le proprie preferenze senza giudizi. Le verdure rigoriste, dopo aver vissuto l’esperienza della ratatouille, compresero che il vero valore risiede nella tolleranza e nell’accettazione delle scelte degli altri, anche quando sembrano bizzarre o insolite.
La storia di Veggielandia ci ricorda che le verdure, indipendentemente dalla loro forma o dimensione, hanno un posto nel mondo e meritano rispetto e comprensione. In fondo la vita è troppo breve per preoccuparsi di come gli ortaggi preferiscono essere degustati, introdotti in luoghi ameni, tagliati o stufati in padella. In bocca o nel culo, ciò che conta davvero è rompere i coglioni, sempre.
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